Oggi intervistiamo, per la nostra rubrica “Storie di Successo”, Giacomo Salvanelli ventottenne che vive a Milano e che è riuscito a trasformare la sua passione in lavoro. Nato ad Ancona si è laureato a Roma in Psicologia per trasferirsi poi in UK dove ha conseguito un doppio master in Forensic Psychology e Applied Criminology all’Università di Portsmouth.
Giacomo ci spieghi di cosa ti occupi?
Sono CEO & Coordinatore del dipartimento di criminologia al MISAP, dove analizzo e trovo soluzioni nell’ambito della prevenzione della criminalità. Misap, nato nel 2018, è un’istituto multidisciplinare focalizzato sull’utente finale che collega competenze accademiche e professionali di più dipartimenti (attualmente sono 13).
In precedenza ho lavorato come ricercatore in criminologia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dove ho di approfondito innovativi metodi di ricerca ed analisi.
Qual è l’obiettivo di MISAP?
La nostra missione è quella di avvicinare l’ambito scientifico alle necessità di aziende ed enti pubblici (comuni ed interlocutori istituzionali) che devono fare i conti, ogni giorno, con situazioni di illecito e criminalità.
Vogliamo portare il meglio della ricerca scientifica, e di tutti i suoi metodi di lavoro, all’interno di progetti che possano aiutare i nostri clienti a prevenire danni causati da fenomeni criminali.
Come capo del dipartimento di criminologia, mi occupo di coordinare le attività di ricerca applicata nell’ambito della sicurezza e prevenzione. Mi focalizzo sulla analisi dei fenomeni criminali, in modo da creare soluzioni ad hoc per aumentare la sicurezza dei nostri clienti.
Com’è nata l’idea di lavorare nel settore della criminologia?
Dopo aver conseguito la laurea triennale in Psicologia nel 2013 ho deciso di trasferirmi in UK per proseguire la mia formazione in ‘applied criminology’, che è l’applicazione delle scienze sociali/statistiche allo studio dei fenomeni criminali. Nel corso di questa esperienza mi sono reso conto che, specialmente in Italia, non esistevano realtà “private” che avevano come specifico obiettivo l’applicazione di un’articolata metodologia di analisi ai fenomeni criminologici; noi abbiamo pensato di trasformarla in un business e sulla base di questa intuizione nasce MISAP.
Dove è nata l’idea di fondare MISAP?
L’idea è nata in Inghilterra dall’incontro con altri giovani professionisti provenienti da diversi paesi del mondo e specializzati in differenti ambiti professionali come quello psicologico, legale, sociale, ingegneristico, ecc. Questo incontro ha contribuito in modo decisivo alla costruzione di una struttura che potesse colmare il divario fra il mondo della ricerca scientifica e quello della progettualità operativa.
Chi sono i principali “motori” del progetto MISAP?
Valerio Mancini, ex ricercatore delle nazioni unite che attualmente si trova in Colombia occupandosi di Transnational Crime
Aldo Pigoli che cura i contatti e la gestione degli enti internazionali con cui collaboriamo
Luca Steinmann responsabile del dipartimento di media e giornalismo
Salvatore di Cerbo esperto in International Law and human rights
Edoardo Tolis vive in UK ed è esperto di crime analyst
Cody Porter è UK Forensic Analyst
Isabella Corvino che è a capo del dipartimento di scienze sociologiche.
Oggi a capo della struttura, con il ruolo di presidente supervisore, c’è Rosario Aiosa, generale dei Carabinieri in congedo dal 2017 e la Dottoressa Annamaria Mandese che ricopre il ruolo di Direttore Generale.
Il team col tempo si è allargato ed attualmente è composto da circa 40 persone (da vari paesi del mondo) suddivise in 13 dipartimenti differenti che vengono attivati di volta in volta sulla base delle esigenze dei clienti.
Quali sono le aree di intervento di MISAP?
Il MISAP si occupa di ricerca applicata a:
- Analisi dei fenomeni criminali (criminalità organizzata, criminalità economica, riciclaggio, mercati illegali, criminalità urbana);
- Valutazione di politiche di crime prevention;
- Analisi e identificazione delle opportunità criminogene nella legislazione (crime proofing analysis);
- Sviluppo di modelli ed applicazioni di risk assessment e prevenzione del rischio criminale per utenti pubblici (es. forze dell’ordine, enti pubblici) e privati (es. banche, professionisti, aziende);
- Sviluppo di software e ITs per l’analisi del rischio economico, ambientale ed urbano.
Raccontaci della tua più grande sfida personale e lavorativa
Forse una delle più grandi sfide è stata quella di riuscire a trasferire quanto studiato nell’università italiana, improntata sulla teoria, al mondo del lavoro dove è richiesta concretezza. Oggi la maggiore difficoltà che riscontro nel mio lavoro è quella di proporre un “prodotto” che non esiste sul mercato, fornendo soluzioni ad aziende ed enti pubblici. Puntiamo molto al mercato italiano dove crediamo possano esserci molte opportunità.
In che modo fornite assistenza alle aziende?
Sulla base delle richieste delle aziende, analizziamo da più punti di vista le situazioni, creando delle misure concrete contro la criminalità.
Tra i progetti più interessanti c’è l’idea di sviluppare software che possano essere venduti ad aziende e enti pubblici per favorire da un lato il monitoraggio dell’andamento della criminalità e dall’altro facilitare il riconoscimento delle principali criticità da ‘contenere’.
State lavorando a qualche progetto per Milano?
Sì, proprio qualche settimana fa a Milano c’è stata la presentazione del progetto URBike, ovvero come prevenire i furti di biciclette e sviluppare nuove misure di sicurezza urbana; in seguito allo sviluppo della bicicletta come mezzo di trasporto, a Milano è aumentato in maniera sensibile anche il numero di furti di biciclette (ogni giorno a Milano vengono rubate circa 50 biciclette).
Da qui è nato una partnership tra MISAP, ASSOBICI, Conferescenti Milano, BIKEBEE e Milano Bike per studiare delle misure di prevenzione efficaci individuando i fattori urbani generanti il rischio furti e le fasce temporali maggiormente a rischio. Il progetto identificherà le misure per prevenire i furti e costruirà una relazione sulle buone pratiche per i ciclisti milanesi. L’obiettivo finale è quello di sviluppare corretti strumenti di comunicazione da proporre ai cittadini, sensibilizzandoli sui fattori di rischio.
Quali sono i vostri obiettivi futuri?
Sicuramente l’obiettivo più grande che ci stiamo ponendo è quello di realizzare software sempre più sofisticati che possano essere utilizzati in modo trasversale e non solo verticale a livello aziendale, Istituzionale ed accademico. L’innovazione tecnologica è decisamente il futuro e noi ne vogliamo fare parte.
Chi sono i vostri principali finanziatori?
Siamo una start-up e come tale abbiamo necessità di trovare finanziatori che credano realmente nel nostro progetto ed in quello che facciamo. Oggi ci finanziamo grazie a bandi pubblici, aziende interessate allo sviluppo di soluzioni ad hoc e da brand sponsor durante i nostri eventi.