Per la rubrica Storie di Successo, abbiamo il piacere di presentare Fulvio Zoia, Quality Assurance Specialist di un’importante realtà nella produzione a marchio privato di dispositivi medici e cosmetici.
Con questa intervista vogliamo integrare, attraverso il vissuto di un professionista come il dott. Zoia, quanto pubblicato nella rubrica “Job della settimana” in cui affrontiamo il ruolo del “Quality Assurance Specialist”
Buongiorno Fulvio, la ringrazio per la disponibilità: ci racconta un po’ di lei?
Innanzi tutto buongiorno a tutti. Potrei iniziare, per raccontate il mio percorso nella “qualità”, nel dire che sono in questo mondo da ormai 17 anni, dove ho ricoperto praticamente tutti i ruoli che la caratterizzano. Quality manager, Tecnico di laboratorio, Quality assurance specialist, Regulatory, Responsabile di produzione…, un’esperienza decisamente variegata e stimolante. 10 anni nel settore della prefabbricazione edile e quasi 8 in quello del Medical Device, due settori con dei prodotti totalmente differenti. Mi sono fatto una gavetta interessante, con molta presenza sul campo ed una discreta visione della fase produttiva: sono dell’idea che un processo lavorativo lo si conosce solo applicandolo e lavorandoci “dentro”. mi definisco uno specializzato in problem-solving, la mia frase preferita è: “Non c’è problema!”.
Come è entrato nel mondo della qualità?
Diciamo quasi per caso. Ho iniziato come tecnico di laboratorio, addetto ai test sulle materie prime e semi-lavorati, ed è stato il primo e vero “contatto” con questo mondo. Lì si capisce che i test, i moduli da compilare e le procedure non sono mere formalità da espletare ma veri strumenti, per migliorare il prodotto e l’azienda stessa.
E’ in quel momento che è scattata la molla che mi ha fatto “entrare” veramente in questo mondo; il passaggio ad occuparmi di qualità “a tempo pieno” è stata la naturale evoluzione.
Cosa le piace di più del suo lavoro?
Di sicuro, tutto quello che concerne il problem solving per affrontare le problematiche che possano affliggere un processo, e il trovare le soluzioni necessarie a mantenere ed innalzare il livello qualitativo del prodotto. Mentre la parte di regulatory, cioè il confrontarsi con legislazioni extra-europee, è una sfida stimolante.
E cosa le piace meno del lavoro di quality assurance?
Spesso il lavoro della qualità non dà frutti immediati e tangibili a breve termine, e quindi si viene sovente etichettati come quelli che “sono solo un costo”…anche se alla fine i benefici si vedono eccome!
Team working: un problema complesso risolto dal lavoro di squadra
E’ un ricordo di quando lavoravo nel settore dei prefabbricai edili: si trattava dell’appalto per l’ampliamento di un grosso outlet multimarche nel novarese; tempi stretti e richieste qualitative sul prodotto finale molto alte. Con un gran lavoro di programmazione ed una sensibilizzazione verso la qualità della lavorazione impressa ai capi-squadra, nominati formalmente come Quality Specialist, abbiamo portato a casa il risultato senza incappare in penali e nei tempi stabiliti dal cliente; direi un gran lavoro di squadra.
Problem solving: spesso basta una semplice intuizione
A proposito di problem solving ricorso come alcuni anni fa i dirigenti stessero discutendo sul come distinguere le calzature antinfortunistiche da camera bianca rispetto a quelle da esterno entrambe dello stesso modello e colore; la diatriba andava avanti da una buona mezz’ora, senza che si arrivasse ad una soluzione. Alzo gli occhi dall’istruzione di lavoro che stavo aggiornando e senza staccare gli occhi dallo schermo del monitor esclamo “Stringhe rosse per le scarpe da camera bianca, stringhe nere per le altre”. Sguardi stralunati tra gli astanti…ma il metodo è tutt’ora in uso con ottimi risultati.
Come è il rapporto con il suo team?
Direi che i buoni rapporti all’interno del Quality Team siano fondamentali; spesso ci si trova a dover far “fronte comune” per far approvare una nuova procedura o per cambiare una metodologia di lavoro. L’affiatamento tra i membri della squadra è essenziale ma come in tutti i team.
Tornando indietro, risceglierebbe ancora il quality assurance?
Assolutamente sì. Anche se devo dire che è stato il lavoro a scegliere me e a “catturami”, con la sua capacità di presentarsi sotto forma di situazioni sempre nuove e stimolanti.
Cosa consiglierebbe ad un ragazzo interessato a diventare un quality assurance specialist?
Di non farsi spaventare da procedure, moduli ed istruzioni di lavoro: dietro ad essi c’è un mondo da esplorare e conoscere che darà grandi soddisfazioni.
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