Con il passaggio al lavoro agile le modalità di recruitment hanno subito notevoli cambiamenti: smart working e selezione personale per avere successo devono puntare sempre più sulle soft skill.
Indipendentemente dal tipo di ruolo, inquadramento e settore di provenienza, la costante è che le aziende, con il passaggio al lavoro agile, chiedono di puntare sempre di più su competenze trasversali legate allo smart working: in molti casi queste competenze sono diventate dei requisiti mandatory per superare l’iter di selezione.
Smart working e selezione personale: le principali tematiche affrontate in fase di colloquio
Manager: Coordinare il team da remoto
Un buon leader viene misurato in fase di selezione in relaziona alla sua capacità di motivare e monitorare il lavoro del proprio team in maniera sapiente a distanza.
Tanti ottimi professionisti non passano allo step successivo della selezione perché non riescono a trasferire competenze come flessibilità, capacità di sintesi nell’effettuare le riunioni con le risorse, ma allo stesso tempo incisività.
Ad esempio un manager che in fase di colloquio nel descrivere come gestisce il suo team, si focalizza più sulla dimensione tempo riferita alla proprie risorse che su quella di misurazione di kpi’s (es analisi performance, piano incentivazione etc), non risulta sufficientemente efficace.
Comunicare in modo efficace e lavorare per priorità
Una delle competenze trasversali più ricercata in assoluto dalle aziende è quella legata alla comunicazione efficace. La risorsa inserita deve innanzitutto sapere scrivere bene: sembra banale, ma organizzare in maniera funzionale le comunicazioni via mail, saper fare una scaletta chiara e condensare bene i concetti sia verso il management sia verso i collaboratori, è l’unica via che consenta di lavorare in modalità lean e in ottica di time saving.
In secondo luogo si cerca un professionista che non blocchi il lavoro altrui, il leitmotiv è “prima attivare il lavoro degli altri, poi concentrarsi sul proprio”. Una risorsa per quanto valida, che faccia da collo di bottiglia, anteponendo le proprie questioni e lasciando gli altri in attesa di procedere, in un lavoro basato sullo smart working, va pesantemente ad inficiare le performance dei colleghi.
Quantificare la redemption del lavoro
Altra skill fondamentale per un manager è capire l’indice di produttività proprio e delle proprie risorse. L’evidenza che in questi mesi è saltata agli occhi di tutti è il rischio di non staccare mai, di cadere nel cosiddetto workaholism (la dipendenza dal lavoro), perché non c’è più un reale confine tra la dimensione professionale e quella di vita privata, in quanto il setting spesso coincide.
Sta a noi attivare una sorta di meccanismo di verifica che ci consenta di essere produttivi, ma non sovraccaricati e di valutare attraverso il medesimo meccanismo che abbiamo applicato per noi anche lo status dei nostri collaboratori.
Il Recruiter vi chiede come riuscite a misurare e monitorare la produttività legata alle azioni intraprese, bisogna quindi avere già in mente una strategia produttiva da poter raccontare.
Smart working e selezione personale: le soft skill
Citiamo ora un paio di esempi di cambiamento della modalità di recruiting con l’avvento dello smart working, maggiormente legati alla tipologia di ruolo ricoperto.
Il primo è quello della figura commerciale che deve dimostrare in maniera pragmatica di sapere gestire il cliente e l’attività di business development a distanza.
Il classico venditore che utilizza la convivialità per chiudere un contratto e quindi le trattative era abituato a discuterle a pranzo o a strappare un assenso davanti alla macchinetta del caffè, oggi sarebbe tagliato fuori da un processo di selezione.
Quello che le aziende ora cercano è l’abilità nell’intessere rapporti a distanza; per posizioni di vendita consulenziale viene ricercata la capacità di relazionarsi in modo empatico aldilà della barriera dello schermo e della mancanza di fisicità, skills decisamente differenti da quelle tradizionali.
Il secondo esempio è legato alla ricerca di figure che si occupino di assistenza clienti/marketing outbound (es. in ambito customer care b2b/telemarketing).
Questi ruoli hanno subito una vera e propria rivoluzione; se in passato prevedevano quasi di default una fase di simulazione della telefonata a freddo, oggi non sarebbe più un parametro così indicativo da sondare. Tutto ciò perché, con l’avvento dello smart working, si rischia di non trovare nessuno in azienda, non essendo fisicamente presente il referente, e il centralino molto spesso non è autorizzato a fornire il cellulare della persona ricercata.
Quindi, per raggiungere l’interlocutore, bisogna utilizzare modalità alternative: torna l’importanza del messaggio scritto per attività di customer care oppure per il telemarketing outbound l’uso di database e l’individuazione del contatto ad hoc su Linkedin per impostare una comunicazione funzionale.
La tua azienda prevede di sviluppare un piano per il lavoro agile?
Il successo di un piano di smart working non si limita all’introduzione in azienda di ore di lavoro da remoto, ma dall’implementazione di sistemi, organizzazione e cultura; il nuovo paradigma deve essere l’obiettivo.
Per supportare le aziende in questa nuova fase di cambiamento delle organizzazioni, abbiamo sviluppato “MANAGING SMART WORKING“.
MSW è un progetto formativo per la gestione delle smart organization attraverso un Percorso composto da 16 incontri in modalità sincrona con professionisti dello smart working.
MANAGING SMART WORKING si rivolge ad imprenditori, professionisti del mondo hr e responsabili di funzione che vogliono essere protagonisti nelle nuove smart organization.
ARTICOLI CONSIGLIATI: