La comunicazione è un’esperienza usuale e continua di relazione con gli altri, che tende a influire in continuo il rapporto tra gli altri. In questo articolo affrontiamo un percorso sulle tecniche di comunicazione.
Tecniche di Comunicazione: la comunicazione interpersonale ed i suoi assiomi
La comunicazione è un processo:
- Sistemico in quanto le persone coinvolte fanno parte di un sistema di influenzamento reciproco
- Pragmatico in quanto ciò che conta sono gli effetti del comunicare, non le intenzioni, conta il messaggio che l’altro recepisce e la risposta che si ottiene
- Strategico in quanto la persona che ha chiari obiettivi da raggiungere, si dota di una strategia ben precisa
La migliore sistematizzazione dei processi di comunicazione in un’ottica sistemica è quella proposta dai ricercatori del Mental Research Institute di Palo Alto, California, di cui uno dei maggiori esponenti fu Paul Watzlawick, nella sua opera divenuta celebre, “Pragmatica della comunicazione umana“, definisce la comunicazione un “processo di scambio di informazioni e di influenzamento reciproco che avviene in un determinato contesto“.
Per funzione pragmatica della comunicazione, egli intendeva la capacità del linguaggio di avere conseguenze sul piano comportamentale nei contesti in cui l’uomo interagisce. Qualsiasi fenomeno resta quindi, inspiegabile senza una cornice contestuale che lo comprenda.
I fondamentali assiomi della comunicazione umana sono:
- Non si può non comunicare
- I messaggi possiedono un aspetto di contenuto e uno di relazione
- Il flusso comunicativo è espresso secondo la punteggiatura degli eventi
- Comunicazione analogica e digitale (numerica)
- Le relazioni simmetriche e complementari
È impossibile non comunicare
Anche l’intenzionale assenza di comunicazione verbale, di fatto, comunica la nostra volontà di non entrare in contatto con l’altro. Tutto è comunicazione, anche il silenzio, perché anche con il silenzio si comunica qualcosa”. In altre parole non esiste qualcosa che sia “non comportamento” o, per dirla più semplicemente, non è possibile non avere un comportamento.
Per comunicare inoltre non è necessario che ci sia una logica razionale che pervada il testo. Pertanto, la comunicazione non è sempre intenzionale, conscia ed efficace, anzi al contrario, molto spesso, comunichiamo senza neanche accorgercene. Quindi comunico per il semplice fatto che esisto.
I messaggi possiedono un aspetto di contenuto e uno di relazione
Una comunicazione non soltanto trasmette informazione ma, al tempo stesso, impone un comportamento. Dunque, ogni comunicazione contiene un aspetto di contenuto, la “notizia”, i “dati” e un aspetto di relazione che definisce i rapporti tra gli interlocutori; infatti definisce il modo in cui i dati vengono trasmessi e permette di capire come deve essere interpretato il messaggio (si tratta della metacomunicazione). Ad esempio, si può dire “Bene!” con l’intenzione di lodare qualcuno o con tono sarcastico per metterlo in ridicolo.
L’aspetto di contenuto è cosa si dice, l’aspetto di relazione è come lo si dice. È quindi l’aspetto di relazione che chiarisce il significato del contenuto. A sottolineare l’importanza degli aspetti relazionali nella comunicazione vi sono alcuni dati statistici che mostrano che in una comunicazione il contenuto ha un “peso” soltanto del 10%, il tono della voce del 30% e la gestualità del 60%. Tono della voce e gestualità definiscono con il 90% la relazione!
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Il flusso comunicativo è espresso secondo la punteggiatura degli eventi
Le variazioni dei flussi comunicativi all’interno di una comunicazione sono regolate dalla punteggiatura utilizzata dai soggetti che comunicano. la comunicazione comprende diverse versione della realtà, che si creano e ristrutturano durante l’interazione tra più individui. Queste diverse verità dipendono dalla punteggiatura della sequenza degli eventi, ossia dal modo in cui ognuno tende, “arbitrariamente” ed in modo unilaterale, a credere che l’unica interpretazione possibile della realtà sia quella costruita da egli stesso. In una lunga sequenza di scambi comunicativi ogni elemento è contemporaneamente stimolo e risposta ma le persone punteggeranno la sequenza in modo che sembrerà che l’uno o l’altro abbia l’iniziativa e così via.
Alla base di molti conflitti c’è un disaccordo su come punteggiare la sequenza di eventi, di stabilire cioè quale comportamento viene prima, come causa, e quale ne è la conseguenza. Per es., supponiamo una coppia che abbia un problema coniugale di cui ciascun coniuge è responsabile al 50%: lui chiudendosi passivamente in se stesso e lei brontolando e criticando.
Quando spiegano le loro frustrazioni, l’uomo dichiara che il suo chiudersi in se stesso è la sua unica difesa contro il brontolio della moglie, mentre lei critica il marito a causa della sua passività, ritenendo la spiegazione del marito una distorsione grossolana e volontaria di quanto “realmente” accade nel loro matrimonio; sia il marito che la moglie dichiarano soltanto di stare reagendo al comportamento del partner senza rendersi conto che essi a loro volta influenzano il partner con la loro reazione. ( Vi vengono in mente esempi tratti dal vostro contesto di lavoro?)
Tecniche di comunicazione: la comunicazione analogica e digitale
Gli esseri umani comunicano attraverso i canali verbali e non verbali utilizzando le modalità del linguaggio sia numerico (o digitale) sia analogico. Il linguaggio digitale serve a scambiare informazioni, quello analogico definisce la natura della relazione. Ciò che caratterizza il linguaggio digitale è l’arbitrarietà, l’alto grado di convenzione tra le parole e ciò che essere rappresentano. L’unione, ad esempio delle lettere c-a-s-a riproduce, nella nostra mente, ciò che tutti sappiamo: una casa; ma avrebbero anche potuto rappresentare un albero, un fiume o quant’altro, senza modificare le qualità originarie della casa. Insomma, non esiste un’analogia strutturale tra la casa reale, e la sequenza arbitraria delle lettere c-a-s-a, il fatto che essa rievochi un’abitazione è il risultato di un accordo convenzionale.
La comunicazione analogica ha a che fare con le emozioni e quindi con la comunicazione non verbale e nel linguaggio analogico si veicolano prevalentemente gli aspetti di relazione. I due linguaggi, digitale ed analogico coesistono e sono complementari in ogni messaggio. L’osservazione della congruenza tra i due sistemi è uno degli indici a cui facciamo continuo riferimento durante le nostre interazioni.
Le relazioni simmetriche e complementari
Watzlawick distingue due tipologie di relazioni che si possono instaurare tra individui che comunicano. Nelle relazioni simmetriche si ha un rapporto paritario tra i due poli della comunicazione, poiché nessuno dei due attori accetta un ruolo di dipendenza. Nelle relazioni complementari al contrario, uno dei due soggetti in un momento specifico dell’interazione riconosce le posizioni e l’interdipendenza dell’altro.
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